Veglia

Preghiera ecumenica per l’Europa: Riccardi (Sant’Egidio), “non si torna indietro, ci vuole più Europa”

Roma, 24 marzo 2017: veglia ecumenica in occasione del 60° della firma dei Trattati di Roma

“Non si torna indietro. Gli Stati nazionali autosufficienti sono una barca per navigazioni d’altri tempi”. Lo ha detto Andrea Riccardi, intervenendo questa sera a Roma alla preghiera ecumenica per l’Europa che si sta svolgendo nella Basilica dei Santi XII Apostoli alla vigilia del 60° anniversario dei Trattati di Roma. “L’Europa – ha detto Riccardi – è la nostra pace e la nostra prosperità. La sua crisi è venuta, quando l’hanno bloccata gli egoismi: nazionali, di gruppo, d’interessi, alla fine personali”. “Gli egoismi – ha quindi proseguito il fondatore della Comunità di Sant’Egidio – rischiano oggi di bloccarla e di divorarla all’interno. Spingono a ritornare padroni dei destini nazionali e a vedere negli altri una minaccia. Così riacquistano valore le frontiere: verso gli immigrati, tra giovani e anziani, tra i ricchi e i fragili, tra Europa del Nord e del Sud. Le frontiere possono diventare muri: si pensa che allontanino le tragedie del mondo”, ma non è così. Basti pensare alla “crudele guerra in Siria” che “coinvolge anche l’Europa”. Insomma, dice Riccardi, “i muri illudono di proteggere: in realtà manifestano la decadenza”. Da qui l’invito dello storico a credere ancora nel progetto europeo dei padri fondatori: “Dobbiamo fare i conti con le dimensioni della sfida e della vita di oggi: non serve mettere la testa nella sabbia. Un’Europa chiusa o divisa sarà sommersa dai mercati e dai giganti economico-politici in uno scenario globale e interdipendente. Sugli scenari della globalizzazione, ci vuole più Europa, se vogliamo sia la terra dei giovani, se vogliamo sopravviva la nostra identità umanistica, religiosa e di diritti: non basta sia solo la terra che protegge noi pensionati per qualche anno. E un mondo senza Europa, mancherà di una forza di pace e di sapienza storica”.