Pace
“Nel vuoto di memoria che contraddistingue i nostri giorni, spesso si dimentica anche un’altra grande conquista frutto della solidarietà sancita il 25 marzo 1957: il più lungo tempo di pace degli ultimi secoli”. Lo ha affermato il Papa, nel discorso ai leader dell’Unione europea, in cui ha ricordato che “la pace si edifica sempre con il contributo libero e consapevole di ciascuno”. “Per molti, oggi”, la pace “sembra, in qualche modo, un bene scontato, e così è facile finire per considerarla superflua”. Al contrario, per Francesco, “la pace è un bene prezioso ed essenziale, poiché senza di essa non si è in grado di costruire un avvenire per nessuno e si finisce per vivere alla giornata”. L’Europa unita nasce, infatti, “da un progetto chiaro, ben definito, adeguatamente ponderato, anche se al principio solo embrionale”, perché “ogni buon progetto guarda al futuro e il futuro sono i giovani, chiamati a realizzare le promesse dell’avvenire”. Nei Padri fondatori, secondo il Papa, “era chiara la consapevolezza di essere parte di un’opera comune, che non solo attraversava i confini degli Stati, ma anche quelli del tempo così da legare le generazioni fra loro, tutte egualmente partecipi della edificazione della casa comune”.