Trattato

Armi nucleari: Simoncelli (Archivio disarmo), “pochi Paesi vogliono conservarne il monopolio”

“Gran parte della comunità mondiale chiede il disarmo nucleare ma una ristretta schiera di Paesi vuole conservare gelosamente il potere distruttivo di tali armi”, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito. Appare perciò “contraddittorio sanzionare le politiche nucleari di Pyongyang, mantenendone il monopolio”: lo afferma oggi Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, in vista dell’apertura il 27 marzo della prima sessione preparatoria della Conferenza Onu per discutere di un Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. I lavori proseguiranno fino al 31 marzo e poi riprenderanno dal 15 giugno al 7 luglio. La risoluzione Onu dello scorso ottobre è stata approvata con 123 voti a favore, 16 astenuti (tra cui India e Pakistan che detengono armi nucleari) e 38 contrari, compresa l’Italia. La Corea del Nord, paradossalmente, è l’unico Paese dotato di armi nucleari ad aver votato a favore della messa al bando. “Attualmente sono otto i possessori di armi nucleari – spiega Simoncelli -: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan e Corea del nord, mentre altri cinque Paesi della Nato (Italia, Germania, Olanda, Belgio e Turchia) detengono sul proprio territorio tra le 150 e le 200 testate del tipo B61 di proprietà statunitense”. Secondo l’esperto oggi nel mondo vi sono “15.000 testate, di cui 4.400 operative, cioè pronte all’uso”. “Anche se tale Trattato, non coinvolgendo i Paesi armati nuclearmente  e i loro alleati, non avrà effetti concreti immediati – precisa -, rimane il fatto che ben 123 Paesi intendono dichiarare la loro opposizione politica a questi arsenali”. E ricorda che “l’intera America Latina, il Pacifico del Sud, l’Asia sud-orientale, l’Africa e l’Asia centrale” sono zone completamente prive della presenza di armi nucleari.