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Consiglio permanente: card. Bagnasco, Ue “deve arrivare fino alle nostre coste”. “Più Europa” per fronteggiare Brexit e populismi

“L’Unione Europea deve uscire dai propri ambienti chiusi, e arrivare idealmente fino alle nostre coste; deve farsi più responsabile e meno giudicante”. E’ l’appello con cui il card. Bagnasco ha concluso la sua prolusione al Consiglio permanente della Cei, in corso a Roma fino al 22 marzo. “A giorni sarà celebrato qui a Roma il 60° anniversario dell’inizio dell’Unione Europea”, ha ricordato il cardinale: “Come Pastori di questo Paese che fu uno dei fondatori, siamo lieti e preghiamo perché il cammino intrapreso non solo prosegua e si allarghi, ma in primo luogo migliori”. “A fronte della Brexit e di altri movimenti populisti, noi crediamo che l’Unione sia un percorso necessario per il bene del Continente”, ha ribadito il porporato a nome della Chiesa italiana. “C’è ancora più bisogno d’Europa, ma ad una condizione”, ha ripetuto anche in veste di presidente del Ccee: “Che l’Europa non diventi altro rispetto a se stessa, alle sue origini giudaico-cristiane, alla sua storia, alla sua identità continentale, alla sua pluralità di tradizioni e culture, ai suoi valori, alla sua missione”. Per Bagnasco, “l’Unione non è fatta dai Capi di Stato, ma dai popoli degli Stati membri, ed è ai popoli che bisogna pensare con stima e rispetto senza imporsi”. “Accelerare i processi – ha ammonito – non può significare l’omologazione di culture e tradizioni, e neppure la ricerca di compromessi al ribasso, né aggirare le dichiarazioni e le leggi comuni. E neppure limitare le sovranità nazionali. I Capi degli Stati e dei governi sanno che essi sono delegati dei loro popoli e che nelle decisioni comuni devono tener conto delle loro nazioni”.