Adulti e ragazzi vivono una vita sempre più social ma “circa 9 su 10 non compiono azioni efficaci per proteggere la propria immagine online, come cancellare post passati, togliere il tag del proprio nome da una foto postata online o bloccare qualcuno su Facebook o Whatsapp”. È quanto emerge da una ricerca inedita di Ipsos per Save the Children su “Il consenso in ambiente digitale: percezione e consapevolezza tra i teen1 e gli adulti”, diffusa oggi alla vigilia del Safer Internet Day. Il 95% degli adulti e il 97% dei ragazzi possiede uno smartphone, ma entrambe le categorie “sono quasi del tutto inconsapevoli delle conseguenze delle loro attività in rete: sanno che mentre navigano i loro dati vengono registrati – si legge in una nota – anche se non sanno esattamente quali, se ne dicono preoccupati (l’80% di entrambi i gruppi di riferimento), ma hanno ormai interiorizzato l’idea che la loro cessione sia il giusto prezzo per essere presenti online e accedere ai servizi che interessano loro (circa il 90% di tutti coloro che consentono ad un’app l’accesso ai propri contatti)”. Inoltre, “gli intervistati dubitano della sicurezza della conservazione dei dati (il 47% degli adulti e il 44% dei ragazzi ha dubbi sulla sicurezza, il 18% degli adulti e il 21% dei ragazzi non sa chi li usa e il 26% degli adulti e il 23% dei ragazzi non sa dove vengano conservati)”. Un dato preoccupante è quello relativo all’età dichiarata dai minori per iscriversi a Facebook: “mediamente – dice la ricerca – i ragazzi si iscrivono a 12 anni e mezzo (un anno in meno del 2015), dichiarando un’età superiore”.