Ospedale San Camillo Roma: Boscia (Amci), “grave discriminazione per gli obiettori”

“In un panorama sanitario nazionale che va sempre più in frantumi, nella regione Lazio si indicono concorsi e si stipulano contratti a tempo indeterminato per il ruolo sanitario, ponendo tra i requisiti concorsuali la clausola ‘non obiettori’, distintivo discriminatorio aggiuntivo assolutamente inaccettabile”. Ad affermarlo, in una nota sulla vicenda dell’Ospedal San camillo di Roma, è Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione medici cattolici, per il quale “nella dilagante disoccupazione medica e nella disperazione che affligge il mondo dei giovani medici disoccupati, questa discriminazione appare come una spinta inaccettabile ad appannare le coscienze e ad accettare contratti per bisogno economico di sopravvivenza. I medici cattolici di fronte a queste cosiddette assunzioni fidelizzate dirette a ‘determinare le interruzioni di gravidanza’ percepiscono e condannano tali atteggiamenti discriminatori nel reclutamento del personale, giudicandoli ingiustamente punitivi per la folta schiera dei medici in attesa di sistemazione lavorativa”.

“I medici cattolici intendono tutelare il diritto alla libera determinazione di tutti e l’accesso di tutti al libero impiego, respingendo fermamente ogni discriminazione generalizzata che va a determinare progressivamente la loro marginalizzazione nel sistema sanitario – prosegue Boscia -. I medici cattolici alzano in modo forte e chiaro la loro voce per salvaguardare l’onorabilità della professione medica alla quale va garantita la libera scelta di coscienza scevra da condizionamenti e da discriminazioni”. Occorre, perciò, “ancora una volta chiedere a gran voce che siano finalmente applicati quei punti della legge 194/78, finora completamente disattesi, in favore della donna per ‘aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza’, come dovrebbe essere nello spirito di una legge che nel suo titolo parla in primis di ‘tutela sociale’ della stessa, in nome del rispetto della vita umana”.

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