Lituania: mons. Grusas (Vilnius), “operiamo per la pace, ma un popolo deve difendersi”

“Proteggere i confini esterni è parte delle richieste legate all’ingresso nell’Ue. Non si costruirà solo una recinzione, ma saranno messe in campo tecnologie moderne per la sicurezza della frontiera dell’Ue. È necessario, soprattutto al confine con Russia e Bielorussia, fermare il contrabbando di tabacco e alcool. Siamo anche un punto d’ingresso del narco-traffico dall’Asia, anche se questo sta diminuendo. C’è poi il traffico di persone umane che entrano attraverso i contrabbandieri”. Mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e ordinario militare per la Lituania, spiega al Sir ciò che sta accadendo ai confini tra i Paesi baltici e l’ingombrante vicino russo. Il suo Paese, la Lituania, sta infatti rafforzando i confini esterni dell’Unione europea e comincerà nei prossimi mesi a costruire una “recinzione” super tecnologica su un tratto del confine con l’enclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia. La Lettonia ha già blindato i suoi primi 23 chilometri al confine con la Russia; l’Estonia dovrebbe cominciare nel 2018 a innalzare la recinzione lungo il confine con la terra di Putin. Tra i motivi di preoccupazione spicca la vicenda ucraina. I Paesi baltici “sono una possibile terra di espansione russa, sull’onda dell’antico impero. La propaganda che arriva dalla televisione di lingua russa nei nostri Paesi è allarmante”. E aggiunge: “Una nazione deve avere la capacità di proteggere le sue frontiere, senza nulla togliere all’obbligo umanitario di aiutare le persone che sono nel bisogno”.

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