Al VI Forum su migrazioni e pace in corso alla Camera dei deputati, Bekele Moges, direttore nazionale di Caritas Etiopia e delegato Secam per le migrazioni, ha parlato delle risposte e delle best practice delle Chiese locali, della Caritas e della Commissione sociale e per lo sviluppo della Chiesa cattolica dell’Etiopia. Una delle priorità, spiega, è l’impegno di “sensibilizzare gli africani prima che emigrino: devono sapere dove vanno e a che cosa vanno incontro. La Chiesa si impegna su questo ma lo devono fare anche i governi”. Per Moges occorre inoltre “essere presenti nell’impegno al contrasto del traffico degli esseri umani”. E ancora: “Siamo circondati da Paesi con diversi problemi, che accolgono immigrati da Sud Sudan, Eritrea, Etiopia; dobbiamo parlare di integrazione ma anche di reintegrazione nel momento in cui decidessero di rientrare nei Paesi d’origine”. “Quando arrivano hanno traumi profondi che dobbiamo aiutarli a superare”. Intanto scorrono sullo sfondo immagini di progetti scolastici e di formazione nei campi profughi, promossi con il Consiglio per i rifugiati. “Un esempio di integrazione a livello locale”. Per Moges è fondamentale il partenariato tra Chiese, governo e organizzazioni della società civile. Tra i frutti di questa collaborazione il Training Center finanziato dal governo per poter assicurare, insieme alle organizzazioni religiose lo sviluppo del paese. “Stiamo creando cooperative agricole – conclude – e le persone che abbiamo formato si stanno rendendo autonome”.