Oggi “è sempre più evidente la forte interdipendenza tra pace, sviluppo e rispetto dei diritti fondamentali” ma gli Stati “sembrano rifugiarsi in ristrette aree di interesse e chiusure nazionalistiche più o meno nascoste” mentre “constatiamo strategie politiche guidate da interessi fluttuanti, da insicurezza e dalla paura, disegni politici contrastanti, conflitti interminabili e violazioni dei diritti umani”. A tracciare l’analisi dell’attuale scenario mondiale è il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, parlando questa mattina al VI Forum internazionale su migrazioni e pace in corso alla Camera dei deputati per iniziativa dello Scalabrini International Migration Network, del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale e della Fondazione Konrad Adenauer. Di qui, secondo il porporato, “nell’ambito della politica migratoria ostacoli e barriere che favoriscono il ricorso a vie alternative e più pericolose di migrazione irregolare, di sfruttamento e abuso da parte dei trafficanti, di perdita di vite umane”. Una situazione nella quale “le posizioni più coraggiose e lungimiranti restano isolate”. Per questo è necessaria “una cooperazione a tutti i livelli” che faccia delle migrazioni “una libera opzione anziché una necessità”.