“È difficile giudicare queste misure che certamente nell’intenzione del governo italiano vogliono essere un approccio positivo a questo fenomeno. Certamente la Santa Sede ha sempre affermato questo principio della cooperazione con i Paesi di provenienza, di transito e di destinazione. Questi approcci si possono considerare positivi”. È la risposta del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, a margine del VI Forum internazionale su migrazioni e pace in corso alla Camera dei deputati, ad una domanda sui recenti accordi del governo italiano con la Libia, e più in generale sugli accordi con i Paesi di transito. In caso di accordi con regimi non democratici e non rispettosi dei diritti umani, “si fa quello che si può – afferma il porporato -. Per quanto riguarda la Libia mi pare ci sia la volontà internazionale di una stabilizzazione e di un aiuto per progredire verso una forma di governo che veramente risolva i problemi del Paese. Forse, non è per quello che un Paese è, ma per quello che potrebbe diventare, che tante volte si fanno questi accordi”.