Accoglienza

Germania: oltre 300 chiese e conventi diventano “rifugi” per la protezione dei migranti

Sempre più parrocchie e istituzioni ecclesiali della Germania si attivano per proteggere i rifugiati dal rimpatrio forzato. Il 2016 ha visto un aumento degli asili della Chiesa rispetto agli anni precedenti. Non sono ancora ufficiali i dati per l’anno scorso, ma si prevede un ulteriore aumento per il 2017: il “Kirchenasyl”, gruppo di lavoro federale della Chiesa in materia d’asilo, ha rilevato che a metà gennaio di questo anno erano già attivi 323 rifugi per complessive 547 persone, delle quali 145 bambini. Un anno fa, sostenuto da un’iniziativa delle Chiese cattolica ed evangelica, si erano registrati 277 ricoveri in edifici ecclesiali con 449 profughi; nel gennaio 2015 si erano avuti 200 rifugi con 359 profughi. I luoghi deputati all’azione di rifugio temporaneo sono chiese, monasteri, conventi ed edifici diocesani per uso ufficio, e per il direttore generale di Kirchenasyl, Genia Schenke Plisch, non si possono dare numeri precisi: comunque, nel 2015 “almeno 1.015 persone hanno trovato protezione”. Le sedi ecclesiali svolgono un ruolo di “santuario” nell’opera di protezione temporanea dei rifugiati, per metterli al riparo dal rischio dell’espulsione, e per consentirgli di ottenere almeno il diritto provvisorio alla permanenza in Germania. Si tratta, per la gran parte di fuggitivi e richiedenti asilo che sono entrati nell’Unione europea sulla base della direttiva “Dublino” e avrebbero quindi dovuto lasciare la Germania.