Forum migrazioni e pace

Discorso Papa Francesco: mons. Perego (Migrantes), “accogliere, proteggere, promuovere e integrare per una vera cultura dell’incontro”

“Un discorso che è quasi un programma pastorale e sociale, articolato attorno a quattro verbi” dai quali deve partire “la nostra testimonianza cristiana”. Monsignor Gian Carlo Perego, direttore generale Fondazione Migrantes, arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio, definisce in questi termini l’allocuzione rivolta questa mattina da Papa Francesco ai partecipanti al Forum internazionale migrazioni e pace. “Accogliere, anzitutto – spiega mons. Perego in una nota per il Sir -, che non equivale ad aspettare, attendere”, ma a “favorire ‘canali umanitari accessibili e sicuri'” e “preparare le nostre comunità a un’accoglienza diffusa, personale e familiare”. Il secondo verbo è “proteggere”, ossia “tutelare i migranti dallo sfruttamento, dall’abuso, dalla violenza, con una lotta aperta ai trafficanti di esseri umani, ma anche rafforzando e non indebolendo gli strumenti giuridici di tutela dei migranti forzati”. Quindi “promuovere”, lavorando per lo sviluppo, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato, “perché le migrazioni forzate di oggi nascono dall’impossibilità delle persone di vivere nella loro terra”. Infine, “integrare”: “Un processo biunivoco di mutuo riconoscimento, che nasce dal basso, evita ghettizzazioni, facilita il ricongiungimento familiare e, per la comunità cristiana, è segno di una Chiesa cattolica, universale”. “Quattro azioni – osserva Perego – guidate da tre doveri” che il Magistero sociale – in particolare, cinquant’anni fa, l’enciclica “Populorum progressio” di Paolo VI – indica  così: “Il dovere di giustizia, di civiltà, di solidarietà”. “Attorno a questi doveri – la tesi dell’arcivescovo eletto – si costruisce una testimonianza cristiana” che “s’impegna a superare le ingiustizie” perché “l’impegno per la giustizia si accompagna ad ogni forma di tutela della dignità della persona umana del migrante, anche in condizione di irregolarità”. E “la cultura dell’incontro”, ancora una volta “ribadita da Papa Francesco, è l’alfabeto che deve guidare il nostro cammino”.