Quaresima

Belgio: vescovi, una Lettera per i 50 anni della “Populorum progressio” di Paolo VI

I cristiani oggi sono chiamati a mettersi al “servizio dell’integrazione del povero nella società e al servizio della riconciliazione nel mondo”. Perché “il messaggio del Vangelo oggi passa dalla guarigione dei corpi e dal servizio agli esseri più fragili per sfociare nella comunione dei popoli”. In occasione del 50° dell’enciclica “Populorum Progressio” di Papa Paolo VI, i vescovi del Belgio dedicano una lunga Lettera indirizzata ai fedeli cattolici del Paese e pubblicata alla vigilia del tempo quaresimale. Nell’introduzione, i vescovi parlano dei tempi attuali come di un “vulcano pronto ad eruttare” ed elencano una serie di sfide che interpellano tutti: dalla terribile distruzione della città di Aleppo alla situazione di guerra in Siria e Iraq, dai numerosi attentati in Medio Oriente e in Europa fino ai tentativi di attraversata del Mediterraneo di uomini e donne dell’Africa che tentano di raggiungere i nostri Paesi europei. “Di fronte a questi squilibri e ingiustizie – scrivono i vescovi – dobbiamo analizzare la situazione e reagire come cittadini responsabili e cristiani”. E se cinquant’anni fa Papa Paolo VI indicava per l’umanità un “progresso dei popoli”, questo sviluppo deve oggi evolversi, secondo quanto invoca Papa Francesco, in una “comunione dei popoli” e la chiave per realizzarla è la Misericordia. “Come dice la parola stessa, si tratta di avere a cuore colui che vive nella miseria. Si tratta di una nuova sensibilità che si lascia toccare dall’altro e ci conduce a sviluppare un agire nuovo”.

Nella lettera, i vescovi elencano una lunghissima lista delle sfide che interpellano l’Europa e il Belgio. Riguardo al Paese, destano particolare preoccupazione la chiusura di numerose industrie come la Caterpillar a Gosselier e la Ford a Genk, i licenziamenti in diverse banche, strategie di imprese che prevedono riduzione di personale e il conseguente aumento di povertà nella popolazione. A livello più generale, i vescovi individuano 4 ambiti di sfide: la tecnica e le scienze, i cui progressi non beneficiano tutti ma sono “generatori di esclusione”; l’economia che crea esclusione in nome di una logica di azione che privilegia “la redditività a tutti i costi”; la politica, ambito in cui “il potere serve troppo spesso a conservare la ricchezza o ad arricchirsi con la corruzione”; e infine l’ecologia con un sistema di vita e produzione che ha seminato vittime soprattutto nelle popolazioni più povere e vulnerabili. Molto severa è anche l’analisi che i vescovi delineano riguardo l’Unione europea. “Di fronte alla mondializzazione, all’insorgenza di nuove guerre e allo spostamento di numerosi immigrati e rifugiati, alcuni Paesi dell’Unione europea si chiudono in se stessi e accolgono con reticenza gli immigrati dimenticando i valori culturali dell’Europa, fondata sulla aspirazione ad essere un’unione sempre più stretta di popoli”.

I vescovi del Belgio invocano pertanto un impegno dei cristiani oggi per una “comunione dei popoli” che significa – si legge nella Lettera – “scoprire e riscoprire l’altro, gli altri, vicini e lontani, differenti e soprattutto poveri, ma anche cambiare, convertirsi alla luce della fede in Gesù, innanzitutto a livello personale ma anche a livello di comunità umane e cristiane”.