La Madonna delle Grazie a Capodacqua, Santa Maria di Filetta, l’Icona Passatora, Sant’Antonio Abate a Cornillo Nuovo, così come tanti altri santuari e pievi rurali sono solo alcuni dei tesori del patrimonio del popolo reatino dei quali “oggi, non è più rinviabile la messa in sicurezza”. È quanto scrive Ileana Tozzi, direttrice del Museo diocesano di Rieti, in una nota pubblicata sul sito di Frontiera on line, il settimanale della diocesi reatina, per la quale “non ha senso subordinare ogni intervento ad altre legittime priorità, dal momento che le competenze del Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) sono specifiche e tali da non interferire con la ricostruzione del tessuto economico e produttivo”. Purtroppo, denuncia la direttrice, “alle mille crepe di agosto a cui non è seguita un’immediata opera di messa in sicurezza si sono aggiunti i crolli e le macerie che stravolgono il panorama ordinato di questo antico lembo dell’Italia appenninica, popolato di tanti piccoli borghi montani sospesi ai confini tra le Marche, l’Abruzzo, l’Umbria ed il Lazio”. “La storia dovrebbe insegnare, eppure a volte la memoria non si trasmette linearmente, una generazione dopo l’altra, così da affrontare a viso aperto le insidie che la terra nasconde nel suo grembo” aggiunge Tozzi, che vanta una grande esperienza alle spalle avendo già operato in analoga situazione nel sisma del 1997, in Umbria e Marche, e in quello de L’Aquila del 2009. L’area interessata dal terremoto del 24 agosto 2016 e dai successivi eventi sismici, rimarca direttrice, nel corso dei secoli passati ha subito già altri terremoti (1639, 1703, 1979 e 1997) capaci di effetti devastanti. Nonostante ciò “prende lentamente avvio nell’area colpita dai terremoti che si susseguono incessanti il delicato lavoro di messa in sicurezza dei beni architettonici, parte integrante di quella identità che i cittadini vogliono salvaguardare ad ogni costo impegnandosi a presidiare quanto rimane delle loro case, ad onta delle insidie dell’inverno inclemente”. Una messa in sicurezza oggi, non più rinviabile”.