
“Il canto di Simeone è il canto dell’uomo credente che, alla fine dei suoi giorni, può affermare: è vero, la speranza in Dio non delude mai”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata oggi nella basilica di S. Pietro per la Giornata mondiale della vita consacrata. “Simeone – ha fatto notare Francesco a proposito dell’episodio evangelico della presentazione di Gesù al tempo – non solo ha potuto vedere, ma ha avuto anche il privilegio di abbracciare la speranza sospirata, e questo lo fa esultare di gioia. Il suo cuore gioisce perché Dio abita in mezzo al suo popolo; lo sente carne della sua carne”. Così, “l’incontro di Dio col suo popolo suscita la gioia e rinnova la speranza”. Simeone e Anna, nella vecchiaia, “sono capaci di una nuova fecondità, e lo testimoniano cantando”, ha evidenziato il Papa. Ciò significa, ha spiegato, che “la vita merita di essere vissuta con speranza perché il Signore mantiene la sua promessa”. Sarà lo stesso Gesù a “spiegare questa promessa nella sinagoga di Nazaret: i malati, i carcerati, quelli che sono soli, i poveri, gli anziani, i peccatori sono anch’essi invitati a intonare lo stesso canto di speranza. Gesù è con loro, è con noi”.