“Il lavoro inteso come vocazione significa che ogni persona che trasforma la realtà secondo logiche di bene fa un lavoro”. Lo ha detto monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, durante il convegno su giovani e lavoro promosso dalle Acli. “Il problema – ha aggiunto – è aiutare la persona a trovare un lavoro che offre possibilità concrete di cambiamento. Lo stesso Stato nel momento in cui eroga servizi dovrebbe chiedersi se il fine di quel lavoro è sociale. Oggi esistono buone pratiche, come il nuovo contratto dei metalmeccanici. Ad esempio, nella definizione della necessità di conciliare la vita familiare con il lavoro. Nell’occupazione giovanile, invece, vedo che va in questa direzione il mondo delle cooperative sociali, quelle che si occupano dell’accoglienza di migranti, che hanno la capacità di andare incontro alle persone prima del risultato”. Mons. Longoni ha ricordato il progetto Policoro, nato 21 anni fa e promosso dalle diocesi, che ha come idea di fondo l’evangelizzazione della vita e del lavoro. “L’attività principale – ha spiegato – è educare le coscienze, dare un aiuto ai giovani formati. Il progetto ha 139 diocesi che collaborano insieme e 195 animatori di comunità. Si tratta di una scommessa riuscita fatta al Meridione perché negli anni ha permesso la nascita di tante imprese e la creazione di reti di comunità. Più dei risultati – ha osservato – è importante secondo me il valore identitario dato ai giovani che vi partecipano e la trasmissione del valore lavoro. Sono infatti gli stessi giovani che aiutano gli altri giovani per creare lavoro”.