Giovani

Legalità: don Ciotti (Libera), tanta “retorica”, ma per essere efficace “deve saldarsi alla responsabilità”

“Mi auguro che si educhi alla responsabilità, all’attenzione alla libertà e alla dignità delle persone. La legalità è importante. Ma la legalità è solo uno strumento, un mezzo per raggiungere un obiettivo che si chiama giustizia”. A dirlo è il presidente di Libera don Luigi Ciotti, in un suo intervento nell’oratorio don Bosco di Bari durante il convegno “Siamo famiglia, ogni casa, scuola di vita e di amore”, organizzato dagli stessi padri salesiani in occasione della festa di San Giovanni Bosco. “Molti oggi – continua don Ciotti – ne fanno un po’ di retorica della legalità che è diventata l’idolo, è sulla bocca di tutti cominciando da quelli che la calpestano tutti i giorni”. Per don Ciotti “la legalità deve saldarsi alla responsabilità che deve chiamare ciascuno di noi a fare la propria parte. La famiglia e la scuola hanno una responsabilità educativa ma io mi auguro che si possa parlare della città educativa perché la responsabilità di educare, pur con ruoli e modalità diverse, deve veramente coinvolgere oggi più che mai tutta la città. Perché tutti parlano di giovani ma poi non se ne occupano realmente”. Allora parlare di educazione vuol dire di “non dimenticarci di creare le condizioni perché i giovani abbiano dei punti di riferimento, degli spazi e delle opportunità”.
Già “a metà dell’800 don Bosco intuì la necessità di creare dei punti di riferimento, di aggregazione. Inventò così gli oratori. Era la risposta al cambiamento della società di quel tempo. Ecco, oggi, a distanza di secoli si ripropone la stessa cosa: creare un protagonismo sano nei nostri ragazzi che hanno bisogno di trovare dei punti veri di riferimento, di spazio, di opportunità, c’è bisogno di formazione per le nuove professioni. E ci vuole il lavoro”, ha aggiunto don Ciotti. “I diritti non possono solo rimanere solo sulla carta ha osservato -. Nel mio ultimo libro, ‘La classe dei banchi vuoti’ spiego con un linguaggio semplice, per bambini, che la mafia, la violenza, i conflitti non sono problemi di altri ma che attraversano anche le nostre storie. E per questo il cambiamento del nostro Paese passa anche attraverso ciascuno di noi, che non dobbiamo essere cittadini a intermittenza, ma responsabili”.