Dibattito

Argentina: Commissione episcopale migrazioni e turismo, “gli stranieri necessari per la società”

Il dibattito sui migranti infiamma anche l’Argentina, dove si comincia a parlare di una legislazione più severa, con l’obiettivo dichiarato, riporta l’agenzia Aica, di proteggere il paese contro la criminalità proveniente da paesi stranieri. Un deputato argentino, Alfredo Ormedo, ha proposto di costruire un muro alla frontiera con la Bolivia. Di fronte a tale dibattito la Commissione episcopale per le migrazioni e il turismo ha emesso ieri un comunicato intitolato “Stigmatizzazione del migrante?”, nel quale lancia l’allarme su una visione che sta avanzando non solo nel mondo politico ma anche nella società. “A livello di governo e conseguentemente a livello politico – si legge nella nota – si sta dibattendo su una riforma della legislazione sugli immigrati che punta a proteggere la sicurezza del paese contro la criminalità proveniente da paesi stranieri”. La Commissione della Chiesa argentina fa notare la ricchezza che nel corso della storia il popolo argentino ha ottenuto grazie all’incontro di molte culture. “Chi è l’altro? Come posso relazionarmi con lui?”: sono le domande che il documento pone, di fronte alle divisioni che sul tema si stanno creando sia nel mondo politico sia nella società civile.

I migranti, in effetti, “si vedono obbligati ad abbandonare la loro terra per necessità di sopravvivenza o per migliorare le loro condizioni. Sono attratti verso i paesi di destinazione per la possibilità di occupare spazi lavorativi lasciati liberi dalla popolazione locale” e sono quindi “necessari per la società, come è facile da constatare gettando uno sguardo agli operai stranieri così numerosi nelle fabbriche, ai cuochi e ai camerieri nei ristoranti, nei cantieri, nelle aziende agricole e nelle campagne”. Al tempo stesso gli stranieri “cercano per se stessi e per le proprie famiglie casa, salute, istruzione, sicurezza. In una parola, hanno bisogno di integrazione”. Un obiettivo che “le istituzioni possono garantire, coniugando un’accoglienza che guardi al futuro e la prosperità di tutta la società”. Il messaggio termina con un’esortazione a “costruire un’identità più ricca, aperta, capace di tutelare e promuovere il patrimonio di valori e idealità che sono stati ereditati dagli antenati, e insieme ad aprirsi alla nuova ricchezza di vita che molti migranti portano con sé”. In quest’ottica viene richiamata “la cultura dell’incontro promossa da Papa Francesco quale “via privilegiata per superare i vuoti di una globalizzazione senz’anima e segnata dall’indifferenza”.