Geopolitica
“Bisognerebbe trovare una linea politica non di divisione ma di convergenza di sforzi per garantire la pace. Vediamo che c’è tanto bisogno di lavorare insieme, di comprendersi e invece queste affermazioni, rompere quello che è un po’ il consenso internazionale porta il rischio di nuove violenze. E queste dobbiamo cercare di evitare in tutte le maniere”. Lo ha affermato mons. Silvano Maria Tomasi, membro del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e osservatore permanente emerito della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite di Ginevra, in un’intervista a Radio Vaticana a seguito dell’annuncio da parte del presidente americano Donald Trump di voler spostare l’ambasciata Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. “La posizione della Santa Sede è sempre stata quella che è sostenuta legalmente dalle Nazioni Unite, e cioè due Stati indipendenti, rispettosi dei diritti di ciascuno. Uno Stato ebraico e uno palestinese”, ha ribadito mons. Tomasi. Secondo il diplomatico, “Gerusalemme deve rimanere accessibile alle tre grandi religioni abramitiche: ai cristiani, ai musulmani e agli ebrei. Il fatto di dire che Gerusalemme è la capitale solo di Israele, con le conseguenze giuridiche che ne potrebbero conseguire, complicherebbe certamente questa posizione che da sempre è sostenuta dalle Nazioni Unite e anche dalla Santa Sede, del resto”.