Anniversari

60° Trattati Roma: card. Parolin, “riportare l’Europa all’altezza dei compiti che le spettano” per uscire “da un immobilismo che rischia di diventare decadenza”

“L’Europa, uscita dalle devastazioni delle due guerre mondiali, seppe affrontare con coraggio e inventiva le enormi sfide del suo futuro tempo. Riuscì ad individuare prospettive nuove e a seguirle con determinazione, estinguendo inimicizie” e “trasformando le rivalità in collaborazione e le reciproche gelosia in opportunità. Promuovendo un innegabile sviluppo, pur con gli inevitabili errori di percorso. Lo seppe fare perché non era solo mossa da interessi di breve momento”, ma da “ideali, profondamente ispirati dalla concezione cristiana della persona umana e della società e dal ricordo lancinante di cosa significhi lasciare che tali ideali si illanguidiscano nella vita delle nazioni e nelle relazioni tra gli Stati”. È un passaggio del messaggio inviato dal segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, all’Istituto Sturzo, in occasione del seminario sui sessant’anni dai Trattati di Roma. “I padri fondatori del progetto europeo – ha affermato il card. Parolin – compresero che mettere in comune le risorse e lavorare insieme era il vero rimedio all’insorgere di nuovi sanguinosi conflitti come quelli che avevano lacerato la prima metà del XX secolo. Oggi si avverte il bisogno di un simile slancio ideale, di una simile consapevolezza dell’urgenza del momento, della necessità di un impegno corale, di una forte assunzione di responsabilità”. Nel suo intervento scritto, il segretario di stato Vaticano ha poi ricordato come Papa Francesco abbia mostrato “notevole attenzione per le sorti dell’Europa, percependone la ricchezza storica e culturale come pure le potenzialità e le difficoltà in un mondo globalizzato e in continuo e repentino mutamento”. Infine, l’auspicio che sia possibile “riportare l’Europa all’altezza dei compiti che le spettano, facendola uscire da un immobilismo che rischia di trasformarsi in decadenza”.