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Elezioni in Honduras: iniziato il conteggio delle sezioni contestate dopo le manifestazioni che hanno causato 7 vittime. Nuovo appello dei vescovi

Resta molto tesa la situazione in Honduras dopo le elezioni presidenziali di domenica 26 novembre. Sono iniziate nel pomeriggio di ieri le operazione di riconteggio delle circa mille sezioni contestate. L’organizzazione degli Stati Americani (Oea) ha chiesto espressamente in una nota che gli osservatori internazionali possano assistere a questo scrutinio speciale. Intanto si contano 7 vittime per gli scontri che hanno raggiunto il loro apice venerdì scorso e sono proseguiti in tutto il fine settimana, dopo che da giorni molte persone erano scese in piazza nella capitale Tegucigalpa, a San Pedro Sula e in altre città del paese. La protesta è stata motivata dalla lentezza dello scrutinio ad opera del Tribunale speciale elettorale (Tse), rigidamente controllato dall’attuale Governo e dal fatto che il risultato parziale (con circa il 95 per cento di schede scrutinate) vede il presidente uscente Juan Orlando Hernández superare, seppure di circa soli 50mila voti, il presentatore televisivo Salvador Nasralla, che invece era in vantaggio di cinque punti a metà scrutinio.
Sulla situazione che vive il Paese è intervenuta ieri per la seconda volta in pochi giorni, con un appello alla Comunità nazionale, la Conferenza episcopale dell’Honduras (Ceh).
I vescovi spiegano che “non abbiamo diritto di mandare all’aria ancora una volta la costruzione dello Stato e della sua democrazia”. Per questo viene considerato prioritario “recuperare la funzione istituzionale del Tribunale supremo elettorale, in base alla legittimità e trasparenza delle sue azioni in questo processo elettorale, procedendo immediatamente ad un’analisi speciale dei voti”, così come richiesto dai due principali partiti. Il comunicato prosegue chiedendo che tale scrutinio speciale avvenga “sotto la stretta vigilanza” degli Osservatori internazionali e dei rappresentanti dei partiti. Al tempo stesso, il conteggio dei voti “dev’essere accompagnato dall’impegno da parte dei dirigenti politici e dei candidati alla presidenza di accettare il risultato con ragionevolezza e responsabilità, pensando al bene comune della popolazione”. La Conferenza episcopale chiede nel contempo di mantenere la volontà di rispetto, convivenza e dialogo e di superare ogni forma di violenza. Si fa appello ai dirigenti dei due principali partiti, perché durante questa fase di scrutinio e successivamente “orientino la propria base ad assumere un atteggiamento di rispetto, maturità civica, promozione della pace e convivenza pacifica”. Al tempo stesso, “lo Stato deve garantire le manifestazioni pacifiche come diritto umano, e la protezione di tutti i diritti di tutte le persone”, portando avanti “la lotta contro l’impunità, la corruzione e la povertà”.