Bene comune

Diocesi: mons. Cantafora (Lamezia Terme), “creare terra bruciata attorno a chi infrange le regole della convivenza umana e civile”

“Il tempo dell’Avvento è per eccellenza il tempo della speranza e del coraggio che si ridesta”. È la certezza che mons. Luigi Antonio Cantafora, vescovo di Lamezia Terme, ha espresso nel messaggio per l’Avvento 2017. Il vescovo ricorda come “i nostri giorni in città sono pervasi da un senso di smarrimento e di sfiducia. Lo scioglimento del nostro Consiglio comunale è un fatto che deve interrogarci”. Per questo, “siamo ancor più chiamati a riaccendere il ricordo che una ‘città nuova’ è possibile se diventiamo ‘nuovi’ noi, se guardiamo come cristiani alla patria che il Signore prepara per noi ma non senza di noi”. Per mons. Cantafora, “il tempo d’Avvento ci invita a prendere consapevolezza dei fatti della nostra storia e a riconoscerli come segnali che illuminano il nostro cammino”. “È la terza volta, in pochi anni, che il nostro Consiglio comunale viene sciolto! Può lasciarci indifferenti? Può bastare dare solo sfogo alla rabbia e alla delusione, perché tutta la comunità è costretta a pagare un prezzo così alto? Qual è il nostro compito di credenti in questa città”, le domande che pone mons. Cantafora. “Siamo credenti e cittadini di Lamezia Terme e sappiamo di non dover spegnere ma di ravvivare il desiderio di una civiltà più giusta, più umana, capace di rigettare ogni forma di male, violenza e accomodamento”. Il vescovo delinea l’impegno della Chiesa lametina: “Continueremo con discrezione a offrire al territorio una presenza premurosa di carità e solidarietà ai poveri. Seguiteremo a proporre alle Istituzioni e ai loro rappresentanti delle puntuali riflessioni sui grandi temi e sugli impellenti problemi sociali. Laicamente, non ci stancheremo di diffondere la Dottrina sociale della Chiesa, che sappiamo indirizzata alla realizzazione del bene di ciascuno e di tutti. La nostra Chiesa non vuole estraniarsi dalla società civile e dalle Istituzioni locali”. L’invito ai fedeli è di “testimoniare la giustizia e la fraternità tra le persone, le famiglie, i gruppi e gli ambienti civili e religiosi”. E “mentre prepariamo la strada affinché la città possa rinascere nella fiducia e nel bene comune, è necessario organizzarci comunitariamente a creare ‘terra bruciata’ attorno a chi infrange le regole della convivenza umana e civile, facendo del male alla comunità”.