Intervista

Criminalità organizzata: mons. Bertolone (vescovi calabresi), “chi si affilia si mette fuori dalla Chiesa”

“La mafia, come la ‘ndrangheta e ogni altra organizzazione malavitosa, non ha nulla di cristiano. L’incompatibilità non è solo con la vita religiosa, ma con l’essere umano. Ergo la Chiesa non può non condannare il fenomeno mafioso, dire chiaramente che chi si affilia si mette fuori dalla Chiesa, ed opporre alla violenza pagana la disarmante forza del Vangelo”. A dirlo è il presidente dei vescovi calabresi, mons. Vincenzo Bertolone, in una intervista al magazine on line della Regione Calabria (www.calabriaonweb.it) e ripreso ieri dal periodico della diocesi di Catanzaro-Squillace, “Comunità Nuova”. Nell’intervista il presule sottolinea che queste affermazioni, “rafforzate dall’autorità di Papa Francesco in visita a Cassano, e ripetute anche a Napoli, suonano come una presa d’atto di una posizione inderogabile e indifferibile: configurando l’appartenenza a ogni forma di criminalità organizzata come apostasia, gli affiliati delle stesse non sono in comunione con la Chiesa ed in quanto tali si collocano automaticamente fuori dalla comunità cristiana”. Per mons. Bertolone in Calabria oggi “non è tutto buio” anche se non nasconde le difficoltà: “Una terra che non garantisce un presente ai suoi figli non ha futuro”.
La Calabria è ai primi posti nella Ue per il tasso di disoccupazione dei giovani compresi tra i 15 e i 24 anni. Tra quelli che lavorano, 1 giovane su 3 guadagna tra i 400 e i 600 euro al mese. Poco meno di 4 su 10 sono costretti a vivere con i genitori fino a 35 anni ed oltre e soprattutto, 1 su 2 ha le valigie pronte. “Non vi sono soluzioni miracolistiche, ma neppure può costituire rimedio il ricorso a forme superate di assistenzialismo o al pubblico impiego”, dice nell’intervista il presidente dei vescovi calabresi, sottolineando che la Chiesa qualche suggerimento lo ha dato come “uno sforzo per l’infrastrutturazione sociale ed economica, attraverso la tutela delle fasce più deboli; una riorganizzazione del comparto sanitario umanamente compatibile; la razionalizzazione e la riduzione dei costi della politica e della burocrazia, oltre all’indispensabile riaffermazione della legalità in ogni ambito. Non ci sono state risposte. Ma non disperiamo, anzi lavoriamo perché si possano individuare, insieme, le strade migliori: gli obiettivi delineati sono essenziali non per il destino della Chiesa, ma per l’avvenire della Calabria”. Mons. Bertolone evidenzia anche come si sente forte “il bisogno di una classe dirigente che sia nuovamente capace di pensare al bene comune, di essere virtuosa senza nutrire l’ambizione di voler insegnare ad essere virtuosi e di rivelarsi pronta a rinunce anche parziali, ma ragionevoli, in vista di un domani migliore”.