Parole O_Stili: giovedì al Senato #cambiostile, l’impegno dei politici per applicare il Manifesto in campagna elettorale

Verrà presentata il 14 dicembre alle 12, presso la Sala Difesa del Senato, l’iniziativa “#cambiostile”, promossa dall’Associazione Parole O_Stili in partnership con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. L’iniziativa, nata a pochi mesi dalle prossime elezioni con l’intento di promuovere un confronto politico basato sulla forza delle proposte e non sulla violenza degli insulti e l’inganno delle notizie false, in pochi giorni ha già ottenuto l’adesione di 4 ministri e 130 parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Tra questi i ministri Minniti, Fedeli, Pinotti e Finocchiaro e i capigruppo al Senato Zanda (Pd), Centinaio (Lega), Romani (Fi), De Petris (Sel), Bianconi (Ap), Guerra (MdP), Zeller (Autonomie) e il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. Sul sito http://www.paroleostili.com/la lista completa di quanti hanno aderito all’iniziativa. Durante la conferenza stampa – alla quale parteciperanno la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e Antonio Palmieri, responsabile nazionale della comunicazione elettorale e Internet di Forza Italia – verrà presentato un documento di applicazione dei 10 princìpi del Manifesto alla comunicazione politica. Interverranno anche Rosy Russo, ideatrice del progetto Parole O_Stili, e Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore vicario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Come Ministero – dichiara Fedeli – siamo convintamente al fianco di Parole Ostili nella diffusione della cultura del rispetto e nel contrasto di ogni forma di linguaggio dell’odio. Sono azioni che abbiamo messo al centro di un Piano nazionale lanciato lo scorso 27 ottobre che coinvolge tutte le scuole e che ha fra i suoi punti qualificanti proprio la diffusione del Manifesto della comunicazione non ostile ideato da Parole_Ostili”. Secondo la ministra, “le proprie posizioni e il proprio dissenso possono essere sempre espressi senza ricorrere ad un linguaggio scorretto e senza aggredire chi la pensa diversamente da noi. La politica può e deve farsi promotrice di questo messaggio”.

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