Storia & attualità

Giorgio La Pira: in un testo inedito, “l’Apocalisse ha due volti, quelli della distruzione totale e della ricostruzione totale”

“Il punto in cui siamo, da dove veniamo, è un punto interessante è il punto dell’Apocalisse. L’Apocalisse ha due volti: il volto della distruzione totale e il volto della ricostruzione totale”. È quanto afferma Giorgio La Pira in un testo inedito, parte della sbobinatura dell’ultimo incontro di La Pira a “La Vela” (13 agosto 1975), pubblicato oggi dal Sir. La Pira ripercorre il cammino fatto con i ragazzi di Pino Arpioni a partire dalla difesa della persona che “ha senso, se è su una barca ancorata a uno scoglio. E questo scoglio è soprannaturale, senza di che si spezza, si sbanda, una nave sbandata. E noi abbiamo contestato questa nave sbandata”. “Siamo in navigazione – affermò rivolgendosi ai ragazzi – tenuti tutti a dare un colpo di remo a questa nave. Per condurla dove? Verso il porto escatologico. Come si dà questo colpo di remo? La forza fondamentale è la preghiera, l’unione con Dio, interiore, l’uomo interiore, che muove qualunque cosa”. Bisogna “aiutare tutti gli sforzi perché la nave arrivi in porto. Non è facile – osservò – perché le tentazioni nemiche sono tali, perché le difficoltà terrestri sono tali, economiche, finanziarie, politiche”. “Bisogna ridurre questo mondo a una unità”, ammonì La Pira: “Come un’unica famiglia che ha Dio per Padre. La Chiesa è orientatrice. E tutti noi per fratelli, senza distinzione di classe. L’unica forza motrice”. “Tenendo conto – aggiunse – che c’è ancora da imbarcare Israele, tutto; tutti i non credenti, tutti, di qualunque denominazione siano; tutto il terzo mondo, la Cina. Tutti i popoli imbarcati verso la pienezza degli ebrei e degli arabi, la famiglia di Abramo, e verso la pienezza dei gentili, tutti i popoli della terra”. “Questa barca deve fare questo viaggio, inevitabilmente. E ciascuno di noi – evidenziò La Pira – è corresponsabile di questo viaggio”.