Ue-Africa: summit ad Abidjan. Venturi (Iai), nesso tra questione giovanile, migranti, sicurezza e sviluppo

“L’arrivo del Marocco nell’Ua – s’era autoescluso dall’Organizzazione dell’Unione africana nel 1984 per l’ammissione del Sahara Occidentale – ha portato tutti i 55 Stati africani dentro l’Unione. Rapportarsi con l’Ua ora vuol dire farlo con l’intero continente: per l’Unione europea, questo è certamente il format preferito”. Lo afferma Bernardo Venturi, ricercatore dell’Istituto affari internazionali (Iai, www.iai.it) alla vigilia del quinto Vertice tra i capi di Stato e di governo dell’Africa e dell’Ue che si svolge il 29-30 novembre ad Abidjan (Costa d’Avorio). Il vertice “sarà incentrato sul tema dei giovani. Voluto in primis dai partner africani con la testa alla crescita demografica e alla disoccupazione giovanile del loro continente, il focus non è mal visto dagli europei in quanto può essere un tema trasversale con il quale portare facilmente al tavolo la questione migratoria. L’Ue ha infatti accelerato nelle relazioni con l’Africa sulle migrazioni, in particolare a partire dal summit della Valletta di due anni or sono, e non perde occasione per rimarcare come il nesso tra migranti, sicurezza e sviluppo sia al centro dell’operato europeo”.
Venturi osserva ancora: “Al Vertice di Abidjan i partner dovrebbero arrivare il più possibile in ascolto e pronti al dialogo per rilanciare la partnership e cominciare a delineare una rinnovata strategia comune. Sarà importante concentrarsi su temi specifici, in modo pragmatico e con ampie vedute. Per esempio, su pace e sicurezza l’Ua e l’Ue hanno fatto tanto e possono continuare a lavorare insieme lasciando piena ownership all’Africa e delineando sempre più un modello al quale anche altri attori globali possono fare riferimento. La cooperazione allo sviluppo, inoltre, dovrà tornare ad avere piena autonomia e piani di lungo periodo”. I giovani, infine, “dovranno essere coinvolti direttamente, dando loro l’opportunità di partecipare e di fare sentire la loro voce attraverso forum regolari. Gli si dovranno infine offrire più opportunità, come mobilità professionali, scambi e partnership su startup, circolazione stagionale dei lavoratori e più ampi scambi bidirezionali per studenti e ricercatori”.

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