“Grazie per essere arrivato qui da noi”. È cominciato, e finito, con una frase in italiano – “Continuiamo a camminare insieme con fiducia” – il discorso rivolto dal consigliere di Stato e ministro degli Esteri, il premio Nobel Aung San Suu Kyi, al Papa, al suo arrivo al Myanmar International Center di Nay Pyi Taw, per l’incontro con le autorità e il corpo diplomatico. “Le sfide che deve fronteggiare il Myanmar – ha detto San Suu Kyi – sono molte, ed ognuna richiede forza, pazienza e coraggio. La nostra nazione è un ricco mosaico di diversi popoli, lingue e religioni, ed è obiettivo del nostro governo far emergere la bellezza della nostra diversità e trasformarla in forza, proteggendo i diritti, promuovendo la tolleranza e assicurando la sicurezza per tutti. La strada per la pace non è semplice, facile ma è l’unica che condurrà il nostro popolo a realizzare il suo sogno di una terra giusta e prospera”, in grado di assicurare “uno sviluppo sostenibile per le future generazioni”. “Siamo orgogliosi e felici di averla qui solo sei mesi dopo il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Myanmar”, ha detto San Suu Kyi al Papa augurando il successo della visita e assicurando l’impegno del governo ad assicurare per il futuro “un popolo unito e in pace, sicuro nella sua capacità di crescere e prosperare in un mondo che cambia”. “I figli della Chiesa sono anche i figli del Myanmar”, ha assicurato il premio Nobel a proposito della presenza cristiana nel Paese, pari all’1,7% della popolazione: “Continuiamo a camminare insieme con fiducia”.