Dopo l’ennesimo naufragio di due barconi di migranti sabato mattina davanti alle coste libiche occidentali a largo di Garabulli, con decine di morti e dispersi, il Centro Astalli esprime oggi profondo cordoglio per le vittime e chiede a istituzioni nazionali e sovranazionali “di attivare immediatamente percorsi di ingresso legale, con creazione di canali sicuri, il rilascio di visti umanitari e procedure più rapide per il ricongiungimento familiare”. “Assicurare il diritto d’asilo oggi – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli – vuol dire permettere a migranti forzati di arrivare in Europa senza rischiare la morte affidandosi a trafficanti e criminali”. “La Libia attualmente non è in grado di far fronte al flusso di migranti che l’attraversano rispettando diritti umani e convenzioni internazionali sul diritto d’asilo – sottolinea padre Ripamonti -. Per questo è inaccettabile che i governi europei stabiliscano accordi con precarie e instabili autorità libiche sul contenimento dei flussi”. In attesa “che le condizioni in Libia cambino e il Paese si stabilizzi aumentando così le tutele dei migranti – conclude -, è importante investire urgentemente in soluzioni alternative che tutelino la vita e la dignità delle persone, per non essere complici di queste morti”.