Dottrina sociale: card. Bassetti (Cei), “le divisioni immobilizzano l’Italia, i cattolici rammendino il Paese”

“Le divisioni immobilizzano il nostro Paese. I cattolici, prendendo spunto dalla dottrina sociale della Chiesa, hanno a disposizione un patrimonio di idee e di pratiche sviluppate con un grande obiettivo: ricucire, anzi ‘rammendare’ l’Italia”. Lo ha detto ieri il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, intervenendo al Festival della dottrina sociale della Chiesa, a Verona. “A mio avviso, si tratta di una grande missione, un impegno su cui si gioca il bene del Paese – ha aggiunto il porporato -. Bisogna riprendere la trama e ricucirla, valorizzando colori e creatività, i talenti”. Il cardinale ha ribadito le due strategie che aveva già presentato alla Settimana sociale, che si è svolta recentemente a Cagliari, per il rilancio del Paese: “Un grande piano di sviluppo che si basi sulla famiglia e la messa in sicurezza del patrimonio artistico e culturale del Paese. Due fattori che possono essere motore di sviluppo per l’Italia. Se parte una seria politica in entrambi gli ambiti, attorno a ciò si può sviluppare una grande progettualità che generi lavoro”. In questo “tempo di cambiamenti”, ha ribadito il presidente della Cei, si impone “l’urgenza di elaborare e applicare nuove pratiche concrete della dottrina sociale, perché temi come il lavoro e la disoccupazione devono ritrovare centralità nelle riflessioni sociali. Occuparsi della disoccupazione – ha sottolineato – vuol dire prendere sul serio il Vangelo”. Il card. Bassetti ha ricordato poi la centralità dell’Evangelii gaudium, secondo cui, “il compito principale di ogni cristiano non è quello di difendere posizioni di rendita, ma avviare processi che diano spazio alla creatività dell’uomo”. E proprio l’esortazione apostolica di Francesco ispira l’azione dei vescovi italiani: “Anche a livello di episcopato insisteremo molto su ciò che dice il Papa nell’Evangelii gaudium: sinodalità, cioè camminare insieme sulla stessa strada; collegialità, e quindi confrontarci a livello di conferenze regionali; agire insieme”.

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