“Lo scollamento fra mondo dell’istruzione e famiglie sembra essere diventato talmente forte da aver trasformato la professione dell’insegnante, il quale non può essere più soltanto colui che consegna il contenuto culturale della tradizione”. Lo scrive Eraldo Affinati, docente e scrittore, nell’editoriale pubblicato su Romasette.it, giornale on line della diocesi di Roma, e dedicato al rapporto scuola-famiglia, dopo i recenti fatti che riguardano il liceo Virgilio della Capitale, dall’occupazione studentesca alle polemiche innescate dallo scoppio di alcuni petardi nel cortile. Fatti che sembrano “la conferma ulteriore di una crisi educativa in corso da decenni il cui epicentro resta sempre la scuola”. Sempre più delicato, secondo Affinati, è divenuto il ruolo dei docenti, “controfigure”, chiamate a “dire di no ai ragazzi e soprattutto incarnare i limiti che essi non dovrebbero superare”. “I docenti, in molti casi, sono costretti a fronteggiare l’opposizione delle famiglie”. La via indicata da Affinati per venire fuori da questa crisi educativa è proprio di “ristabilire un dialogo costruttivo fra scuole e famiglie”. Per riuscirci “dovremmo disporre, fuori e dentro l’aula, di adulti credibili”. “Agli occhi di un giovane risulta affidabile soltanto un educatore che ha effettuato una scelta nella vita. Non uno ancora indeciso sulla strada da imboccare”.