Archivi ecclesiastici: don Pennasso (Cei), “possono svolgere un ruolo culturale all’interno delle diocesi e contribuire all’attività pastorale”

“I nostri istituti – musei, biblioteche, archivi – possono svolgere un ruolo culturale all’interno delle diocesi e favorire un progetto culturale diocesano come attori di una progettualità diocesana oppure possono rimanere dei semplici conservatori. Qual è il valore aggiunto che le nostre carte possono dare all’attività pastorale diocesana?”. Lo ha domandato oggi pomeriggio don Valerio Pennasso, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei, nel corso del convegno “Storie fuori serie. Gli archivi storici ecclesiastici in una nuova prospettiva condivisa” in svolgimento a Roma, presso l’Archivio Centrale dello Stato. Don Pennasso ha sottolineato che “ciò che ci caratterizza è il ricollocare al centro del nostro lavoro le persone e le comunità, con le loro storie perché queste fanno la differenza”. Il direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Cei ha anche richiamato la “collaborazione intensa con l’Istituzione che per noi non è il di più ma è normale” e ha evidenziato l’interesse dell’Ufficio e del Ministero per i Bene e le attività culturali e il turismo (Mibact) sul fronte della formazione, che “è un servizio prezioso”. Per don Pennasso, l’“accessibilità dei fondi archivistici è sempre più fondamentale” ma solo “35 su 300 sono in linea”. Uno dei problemi evidenziati, sia a livello nazionale che locale, è quello della “comunicazione, per rappresentarsi e raccontarsi”. Il direttore ha anche rilevato che è “necessario cambiare mentalità: da ciò che è utile fare per accedere ai fondi 8×1000 a ciò che serve davvero”. Don Pennasso ha anche fornito alcuni dati: “Gli archivi diocesani che lavorano in collaborazione con musei e biblioteche civili sul territorio sono 55, mentre 128 non lo fanno. Inoltre 133 dicono che non esiste una rete tra gli archivi ecclesiastici sul territorio diocesano e 111 che non esiste una progettualità tra archivi, biblioteche e musei”. “Se vogliamo veramente lavorare insieme agli altri – ha ammonito – gli strumenti che abbiamo a disposizione già ci aiutano in questa direzione”. Don Pennasso ha invitato a non “perdere l’occasione di creare veramente cultura nelle diocesi. Dovremmo investire sugli istituti culturali perché questi rimangono e si sviluppano”. E ha aggiunto che “abbiamo necessità di saper raccontare la storia della cultura della nostra comunità”. In fondo, c’è l’opportunità di “generare situazioni nuove, aspettative, servizi alle persone, alla comunità nazionale di identità e storia comune”. Perché gli archivi ecclesiastici possono “dare la possibilità che le persone si incontrino”.

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