Rapporto

Rohingya: Save the Children, “donne e bambini bruciati vivi, stupri, violenze sistematiche”

“Donne e bambini bruciati vivi, stupri diffusi e una cisterna piena di corpi senza vita”. Lo denuncia Save the Childen nel rapporto “Gli orrori che non dimenticherò mai”, pubblicato oggi, che raccoglie le testimonianze di diversi bambini Rohingya in fuga dal Myanmar. Tra le voci raccolte, quella di una ragazzina di 16 anni. “Alcuni soldati hanno preso me e altre due ragazzine e ci hanno portato in una casa. Mi hanno colpito in faccia con un fucile, mi hanno preso a calci sul petto e mi hanno pestato braccia e gambe – ha raccontato -. Poi sono stata stuprata da tre soldati. Hanno abusato di me per circa due ore e in alcuni momenti sono svenuta”. Un bambino di 12, invece, ha raccontato della sua fuga dal villaggio dove viveva verso il Bangladesh, dopo che i militari hanno cominciato ad aggredire le persone con i macete. “A un certo punto mi sono avvicinato a una cisterna e ho visto che dentro c’erano almeno 50 corpi senza vita che vi galleggiavano. Non riesco a togliermi dalla testa la vista di quei corpi gonfi né l’odore di bruciato delle case date alle fiamme. Sono orrori che non dimenticherò mai”, è la sua testimonianza. Dal rapporto di Save the Children emerge anche la testimonianza di una ragazza di 24 anni, che ha raccontato di aver assistito alla scena di una donna e del suo bambino bruciati vivi. “Ho visto un soldato cospargere di benzina una donna incinta di molti mesi e subito dopo darla alle fiamme. Ricordo anche un altro soldato che ha strappato un bambino dalle braccia di sua madre e l’ha scaraventato nel fuoco. Non aveva nemmeno un anno. Non potrò mai dimenticare le sue grida”.