Rapporto Caritas 2017

Povertà: don Soddu (Caritas Italiana), “giovani un anello debole della catena sociale ma anche risorsa su cui è necessario investire maggiormente”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“I giovani rappresentano un anello debole della catena sociale ma anche una grande risorsa potenziale su cui appare necessario investire maggiormente”. Lo ha affermato questa mattina don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, chidendo a Roma la presentazione del Rapporto 2017 “Futuro anteriore” su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia. Rilevando come è necessario “dare speranza ai giovani e progettare il loro futuro, che è adesso”, don Soddu ha evidenziato che “rispetto al passato le giovani generazioni sono state le più colpite dalla crisi economica”. “I giovani non rappresentano soltanto destinatari di azioni di tutela ma possono diventare motori del cambiamento”. Anche per questo è necessario che “si abbandoni la politica degli aiuti a pioggia puntando invece alla cura del capitale formativo e al ripensamento complessivo dello strategico legame tra scuola, lavoro e formazione permanente”. Venendo al contesto europeo, il direttore di Cartias Italiana ha affermato che “colpisce la presenza di 117 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale”. “La distanza che ci separa dagli obiettivi di riduzione della povertà previsti dalla Strategia Europa 2020 pongo la necessità di azioni urgenti”. “L’Europa sociale – ha ammonito – è un progetto ancora incompiuto ma sempre più necessario”. Venendo alla situazione italiana,don Soddu ha rilevato che “con l’avvio del nuovo Reddito di inclusione (Rei), l’anno 2018 si presenta come una sorta di spartiacque per quanto riguarda le politiche sociali in Italia”. “Caritas Italiana, nell’ambito dell’Alleanza contro la povertà, continuerà a monitorare l’implementazione di questa come di altre misure di welfare”. “Entro fine anno – ha annunciato – renderemo pubblici i dati di un’indagine di valutazione del Sia condotta nell’ambito del sistema Caritas”. Rispetto alla condizione giovanile, per cui aumenta il rischio povertà, don Soddu ha definito “urgente e doveroso” un “allargamento delle risorse economiche a disposizione del Rei per fare in modo di inserire anche le fasce più giovani all’interno della misura”. Al tempo stesso occorrono “seri e improrogabili investimenti per favorire l’occupazione giovanile per evitare il pericolo di una ‘lost generation’, giovani che impossibilitati a lavorare perdono il loro capitale umano e sociale”. Interventi saranno poi necessari anche rispetto al “discorso abitativo”. In ogni caso è necessaria “una coesione sociale a più livelli” che coinvolge “la famiglia e la comunità ecclesiale” perché “di fronte allo sfaldamento” si deve evitare il rischio di “implodere” come comunità civile ed ecclesiale. “Noi abbiamo ancora l’idea su dove e come agire, dobbiamo lavorare sul materiale che abbiamo”.