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Plenaria Pcc: Tempia (Univ. Torino), “no a ridurre mente a cervello”. “In giudizio morale aree emotive e del pensiero razionale si attivano insieme”

“Il cervello è l’organo di cui siamo meno coscienti ma è la sede della coscienza in cui nascono gli eventi mentali riferiti all’ambiente, che ci rendono consapevoli del nostro corpo e del nostro io”. A delineare la relazione tra cervello, mente e coscienza è Filippo Tempia, docente di fisiologia (Università di Torino), intervenuto oggi alla terza giornata dell’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della cultura (Pcc) in corso fino a domani a Roma sul tema “Il futuro dell’umanità: nuove sfide all’antropologia”. Prendendo la parola alla sessione dedicata alle neuroscienze (“L’uomo tra cervello e anima”) e moderata da Laura Bastianelli, psicoterapeuta e docente dell’Università Salesiana, Tempia spiega che “con mente o attività mentale si intende tutto ciò che fa parte delle esperienze soggettive, che possono essere sperimentate solo in prima persona. Con coscienza si intende invece la consapevolezza soggettiva dell’ambiente esterno, del mondo, del proprio corpo e dei propri pensieri, sentimenti, emozioni”. Tentando di definire in che cosa consista l’unicità/specificità dell’uomo che Marc Hauser definisce “humaniquiness”, il fisiologo spiega: “Nell’elaborazione generativa, nel simbolismo mentale che permette all’uomo di convertire quello che prova in pensieri astratti e in simboli, nella capacità di mescolare tra di loro le diverse interfacce e infine nel pensiero astratto, caratterizzato da pensieri senza connessioni sensoriali esplicite o necessarie”. Deciso il “no” dello studioso ad ogni forma di riduzionismo che riduca la mente semplicemente al cervello, o a funzione del cervello, o a proprietà emergente del cervello. Nella sua complessa e articolata esposizione, Templa si sofferma inoltre sul giudizio morale, “attività tipicamente umana”, spiega, “dato da una convergenza di emozione morale e di ragionamento morale. Secondo alcuni studiosi, nei giudizi morali prevalgono l’emozione e i flash di intuizione e il ragionamento non ha alcun ruolo”. Tempia chiarisce invece che “le aree del pensiero razionale si attivano insieme a quelle emotive prima del giudizio. I fattori emotivi e razionali convergono e vengono elaborati insieme, in parallelo, integrati in un’area cerebrale specifica”.