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Plenaria Pcc: card. Bo (Yangon), “il progresso scientifico promuova l’umanità e fraternità. Il cervello deve procedere con il cuore”

“La Chiesa incoraggia sempre il progresso, guarda con fiducia alla scienza ma la scienza moderna è un’arma a doppio taglio. Il rischio, e penso ai progetti sul genoma e all’intelligenza artificiale, è che anziché incentivare la dignità umana la indebolisca. Quando le macchine cominceranno a pensare come esseri umani, questi ultimi saranno costretti a pensare come le macchine? In che modo l’esplosione della conoscenza può contribuire a costruire un’umanità più grande?”. Lo dice al Sir il cardinale Charles Bo, arcivescovo di Yangon, rispondendo a una domanda su quali sono le sfide poste dal progresso scientifico-tecnologico alla Chiesa. Il porporato, infatti, in questi giorni sta partecipando alla plenaria del Pontificio Consiglio della cultura (Pcc) in corso fino a domani a Roma sul tema “Il futuro dell’umanità: nuove sfide all’antropologia”. “La tecnologia e l’interconnessione digitale – prosegue il cardinale – possono connettere i computer ma non possono unire i cuori delle persone. La grande sfida è invece quella di promuovere la fratellanza e la comunione dell’umanità”. Infine un monito: “Il cervello deve procedere insieme al cuore: hanno bisogno l’uno dell’altro per tradurre l’amore in azione. Se questo non accadrà, allora c’è il rischio che l’umanità del futuro divenga schiava delle tecnologie emergenti”