Profughi

Marcia migranti: mons. Pistolato (Venezia), “è fondamentale che tutti i Comuni accettino il modello di accoglienza diffusa”

“È fondamentale che tutti i Comuni, e non solo quelli più grandi e sensibili o remissivi, accettino il modello dell’accoglienza diffusa. La buona conclusione, poi, di questa protesta, sarà il modo migliore per evitare che diventi uno spunto per emulazioni”. L’importanza di una serena e pacifica conclusione della protesta, con la redistribuzione dei profughi in tanti diversi Comuni, è sottolineata da mons. Dino Pistolato, vicario episcopale per gli Affari generali della diocesi di Venezia, che ha coordinato, per conto del patriarca Francesco Moraglia, l’accoglienza di emergenza nelle parrocchie dei 212 migranti di Cona. È poi fondamentale, prosegue mons. Pistolato, “che si riducano i tempi di attesa del giudizio sulla domanda di asilo politico e di status giuridico. E non si va da nessuna parte se non si dà un permesso che sia riconosciuto da tutti i Paesi dell’Unione europea”.
Le parole di mons. Pistolato fanno seguito alla denuncia di uno dei migranti: “Sono a Cona da un anno e due mesi. E ancora nessun giudice ha deciso se posso avere l’asilo politico”. A protestare contro i tempi lunghi della giustizia – riferisce Giorgio Malavasi (genteveneta.it) – è, infatti, un profugo che, in questo momento, si trova nel patronato parrocchiale di Borbiago, insieme ad altri 45 compagni di viaggio. Molti altri si trovano nelle medesime condizioni, ad attendere una sentenza che tarda ad arrivare, alloggiati in una ex base militare, quella di Cona, che è inadeguata dimora per 1100 persone (adesso, ma fino all’altro ieri erano 1300). Ed è perciò che è partita la protesta.