Chiesa in uscita

Salute: card. Montenegro (Agrigento), misericordia di Francesco “non è una sanatoria”

La misericordia di Papa Francesco “non è grazia a buon mercato, non è una sanatoria che mette a posto i conti con Dio e con i fratelli: è una dolce forza di perdono e di tenerezza che richiede, in chi la riceve, altrettanta tenerezza e forza di perdono”. Lo ha spiegato il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, intervenendo alla conferenza internazionale “Affrontare le disparità globali in materia di salute”, in corso nell’Aula nuova del Sinodo fino al 18 novembre, per iniziativa del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “In un mondo stanco e imbevuto di disillusioni, nonostante il senso di infinito che avverte – ha detto il cardinale – sentire il Papa che parla di misericordia è come sentirsi tirare il lembo della grazia per ricordarci la necessità di credere nella forza dell’amore, che quando va a pieni giri, quando schiaccia l’acceleratore, diventa misericordia e ci rende capaci di sperare in Dio e negli uomini”. Quando parla di misericordia, ha proseguito Montenegro, il Papa “accompagna le parole con dei gesti che lo rendono credibile e fanno comprendere quello che dice. Per lui, la misericordia è una forma autentica di fede e non solo una modalità di evangelizzazione. In questo modo, sta dando forma ad una Chiesa povera che trova nella misericordia il suo habitus e la sua architrave”. La Chiesa di Francesco, per Montenegro, “è una Chiesa che deve stare con coloro che ha ricevuto come testamento insieme all’Eucaristia, in modo che siano loro finalmente a parlare e a essere ascoltati”. Bergoglio “parla ripetutamente dei poveri, dei malati, degli emarginati, come si parla di amici: sono la carne sanguinante di Cristo, tanto che ha istituito per loro la Giornata mondiale dei poveri”. “La triste storia delle migrazioni, che coinvolge oggi milioni di persone, non è solo un fatto di cronaca giornalistica, ma è storia sacra, continuazione della storia biblica”, ha affermato Montenegro: “Tutti gli uomini sono della razza di Dio”. La novità, con Papa Francesco, è che “prima i poveri erano una categoria, una folla anonima per cui è sufficiente un po’ di elemosina. Oggi Francesco ci ricorda che i poveri sono sfruttati per vili interessi e calpestati dalle logiche perverse e dal potere del denaro”. Tutto ciò “richiede una visione nuova”: “Papa Francesco – ha concluso Montenegro – è il nuovo Mosè, che a Lampedusa, a Lesbo e nelle altre periferie del mondo e della città ci indica non solo la strada da percorrere, ma si fa compagno di viaggio per poter arrivare insieme, lui e noi, alla terra nuova”.