Lo sport è “mezzo di inclusione sociale, strumento per integrare coloro che si sentono emarginati dalla società. Lo sport è capace di unire persone al di là della loro provenienza geografica o culturale, della loro razza o religione”. Ne è convinto il card. Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che questo pomeriggio ha inaugurato il convegno “Lo sport inclusivo: uno sguardo verso l’alto”, nella sede dell’organismo a Palazzo San Calisto. Richiamando il tema dell’incontro, “possiamo comprendere – ha detto il porporato – quanto sia importante lo sport come mezzo per migliorare la società di oggi”. Lo sport “ci permette di volgere lo sguardo verso l’alto, di camminare sostenendo chi ci è accanto per costruire un mondo più umano”. Quante volte “un’attività sportiva consente alle persone disadattate o escluse di ritrovare la gioia di vivere e quella speranza che avevano smarrito”. Per Farrell, “è necessario ribadire in questo tempo gli innumerevoli benefici dello sport per la nostra società e per il mondo. Il tempo che viviamo è il tempo dei laici. E i laici, le famiglie, sono invitati a diventare lievito che fermenta l’ambiente in cui si trovano e possono fare questo anche attraverso lo sport. Pensiamo – la conclusione del prefetto del Dicastero vaticano – a come le cose cambiano nelle famiglie quando i genitori svolgono attività sportiva insieme ai loro figli o quando le scuole scelgono di educare ai valori della condivisione e della fraternità universale anche attraverso lo sport”.