Festa del cinema di Roma: oggi “The Only Linving Boy in New York”, ritratto della metropoli americana alla Woody Allen, e l’austriaco “Mademoiselle Paradis”

Sesto giorno di visioni alla 12ª Festa del Cinema di Roma (fino al 5 novembre 2017, Auditorium Parco della Musica) con “The Only Linving Boy in New York” di Marc Webb e “Mademoiselle Paradis” di Barbara Albert. Il Sir ha visto in anteprima i titoli odierni, in programma nelle proiezioni della stampa, insieme alla Commissione nazionale valutazione film della Cei.
Viene dagli Stati Uniti ed è prodotto dal colosso Amazon Studios “The Only Linving Boy in New York” del regista Marc Webb – conosciuto per “(500) giorni insieme”, “The Amazing Spider-Man” e “Gifted” –, che dipinge con eleganza la New York contemporanea, proponendo un ritratto della metropoli alla Woody Allen. Siamo in ambiente upper class, tra editor, scrittori e intellettuali: protagonista è il ventenne Thomas Webb, aspirante scrittore; un racconto di formazione con al centro dinamiche familiari, quando il giovane scopre che il proprio padre ha un’amante. Il regista è abile nel gestire la macchina da presa, nel disegnare situazioni avvolgenti, ben sorretto da un cast valido. Dal punto di vista narrativo, il film è forse un po’ confuso, carico di temi non sempre amalgamati in maniera armonica.

Secondo titolo della giornata è l’austriaco “Mademoiselle Paradis” di Barbara Albert, tratto dal romanzo “La musica della notte” di Alissa Walser. Nella Vienna del 1777, la giovane Maria Theresia è una non vedente dotata di particolari attitudini per il pianoforte. Affidata a un medico di Corte, la ragazza sembra trovare benefici, riacquistando parzialmente la vista, anche se progressivamente vede scemare il suo talento musicale. La regista compone un ritratto della Corta austriaca di fine ‘700 con al centro una ragazza che infrange gli equilibri immobili della società. La malattia innesca una serie di episodi che rivelano la superficialità di medici e nobili del tempo. Una nota di merito spetta, oltre che alla regista, alla protagonista Maria Dragus, per la sensibilità con cui affronta il personaggio principale. Da sottolineare l’allestimento scenico.