Cultura

Festa del Cinema di Roma: arrivano i registi di “Quasi amici” con la nuova commedia “C’est la vie”. Convince anche “I, Tonya” con Margot Robbie

Quinto giorno di visioni alla 12a Festa del Cinema di Roma (fino al 5 novembre 2017, Auditorium Parco della Musica); il Sir ha visto in anteprima i titoli in programma nelle proiezioni della stampa insieme alla Commissione nazionale valutazione film della Cei.
Questa mattina è stato presentato il nuovo film della coppia di registi Erci Toledano e Olivier Nakache, autori di “Quasi amici” (2011). Si chiama “C’est la vie. Prendila come viene” (“Le sens de la fête”), film che uscirà nei cinema italiani dal prossimo 30 novembre, ed è una nuova commedia sulla società oggi, tra dinamiche ralazionali, lavorative e temi come inclusione e integrazione. Il racconto si snoda tutto nell’arco di una giornata, tra la preparazione di un banchetto di nozze e il suo svolgimento sino alle luci dell’alba. Prospettiva del racconto è il mondo degli addetti ai lavori: camerieri, cuochi o musicisti. È un microcosmo umano che richiama però la società tutta, tra tic, vizi e pregi. Battute incalzanti e serrate, che poggiano su una sceneggiatura puntuale e bene calibrata. I due registi, Toledano e Nakache, si confermano acuti osservatori della realtà attuale, capaci di parlare a un pubblico ampio. Non manca una riflessione sul cambiamento in corso nel mondo del lavoro. Un divertimento intelligente.
Sempre nella mattinata di oggi è passato il film brasiliano “O Filme da Minha Vida” (“The Movie of My Life”) del regista Selton Mello. Brasile 1963, un giovane appassionato di cinema, Tony, è chiamato a coniugare la sua aspirazione artistica con la realtà sociale in cui vive, in una famiglia segnata dall’assenza del padre, e con la scoperta del primo amore. Il film ha un buon andamento, efficace nella messinscena e con una scrittura convincente, il racconto di un’esistenza in cerca di un equilibrio personale ma anche relazionale. Il regista con un passato da attore dimostra competenza e intuizioni narrative valide. Poggiando su momenti di sicuro interesse, il film si propone per una possibile distribuzione sul mercato italiano.

È stato invece il titolo più rilevante della giornata di ieri, 29 ottobre, “I, Tonya” di Craig Gillespie, che affronta la vicenda realmente accaduta della pattinatrice statunitense Tonya Harding, interpretata con vigore e convinzione da Margot Robbie. Il film ricostruisce l’ascesa e il successo di Tonya negli anni ’80 e ’90, ma anche il momento dello scandalo, nel 1994, quando la sportiva viene raggiunta a pochi giorni dalle Olimpiadi in Norvegia dall’accusa di aggressione a una collega del team statunitense. Anche qui, come nei precedenti titoli americani passati a Roma nei giorni scorsi – “Stronger” e “Last Flag Flying” –, troviamo un amaro ritratto sociale reso però in maniera accattivante da un umorismo brillante e feroce. Gli interpreti, in particolar modo la Robbie – non stupirebbe una sua candidatura all’Oscar –, ben rendono il senso di uno smarrimento valoriale, esistenziale, pur di ottenere il successo e di allontanarsi dalla condizione di disagio di partenza. Un ritratto amaro di un Paese in cerca del suo sogno, dove l’“altro” è rappresentato come un avversario da eliminare. C’è anche un senso di tenerezza nei confronti della vita di Tonya, condizionata dalla famiglia, cui vengono sottratti speranza e fiducia. Film complesso e problematico, con un linguaggio anche esplicito, da recuperare per dibattiti.