(Re)thinking Europe

Europa: McGuinness (Parlamento Ue), “non ignorare gli estremismi ma dare potere e sostegno alle voci moderate”

“Dall’inizio dell’anno ho questo incarico ed è stato molto edificante. Possiamo imparare tanto ascoltando chi ha ruoli di responsabilità nelle Chiese e comunità religiose e gli uni dagli altri”: è l’esperienza che Mairead McGuinness, vicepresidente del Parlamento europeo e responsabile per l’attuazione dell’art. 17 dei trattati europei (dialogo Ue-comunità religiose) racconta ai giornalisti a margine del dialogo “(Ri)pensare l’Europa” in corso nell’aula del Sinodo in Vaticano. “Stiamo cercando modi per impegnarci, attraverso il dialogo e lo scambio, da una prospettiva in cui tutti siamo preoccupati del futuro dell’Europa”. “Secondo i Trattati dobbiamo ascoltare le comunità religiose su questioni politiche. Lo faremo a dicembre sui temi di politica estera per sentire che cosa pensano le Chiese di ciò che l’Europa sta facendo, sulle politiche per lo sviluppo e la sostenibilità”, anticipa. Su uno dei temi del confronto in atto in Vaticano, incentrato sul “costruire ponti tra e all’interno degli Stati membri”, la vicepresidente sottolinea che è l’“impegno che si vive nelle scuole, nelle comunità, nei club sportivi, dove le persone si impegnano per creare compromessi”.
Riferendosi alle “posizioni estreme”, Mairead McGuinnes ha sollecitato a “capire perché ci sono, perché la cosa peggiore che possiamo fare è cercare di ignorare o non impegnarci con coloro che prendono una posizione completamente diversa dalla nostra”. Sarebbe “irrispettoso e non benefico, se si vuole rafforzare la democrazia”. Accanto a ciò “abbiamo il compito di dare potere e sostegno alle voci moderate e tranquille che lavorano a livello locale”, quella “enorme terra di mezzo che forse non può costruire il ponte per unire gli estremi ma può aiutare anche a sostenere il ponte”.