Il Rapporto 2017 sulle politiche conto la povertà in Italia raccoglie anche le risposte fornite al questionario inviato nei primi mesi dell’anno a tutti i direttori delle Caritas diocesane per una prima valutazione della fase di avvio del Sia (Sostegno all’inclusione attiva), in particolare nel periodo settembre 2016-giugno 2017. Ecco alcuni risultati. Il 74,1% delle persone che si rivolgono alla Caritas soddisfano i requisiti per accedere al Sia, le domande sono state accettate nel 73,2% dei casi, ma ben il 43,5% dei richiedenti non aveva ricevuto il contributo al momento in cui sono stati compilati i questionari. Il Rapporto rileva che “le aree di intersezione tra beneficiari Caritas e Sia sono ampie” e “questo significa che le Caritas possono svolgere un’azione fondamentale nei confronti di una misura come il Sia” o come il futuro Reddito d’inclusione. Peraltro il quadro dei rapporti delle Caritas con i Comuni presenta luci e ombre. Con il Sia, le collaborazioni già esistenti nel 65,6% dei casi sono state per lo più confermate (86,8%) o ampliate (13,2%). Il Sia avrebbe potuto contribuire ad allargare la collaborazione attraverso i progetti relativi ai cosiddetti Ambiti territoriali di riferimento e le équipe multidisciplinari previste per alcuni aspetti specifici, ma nel primo caso il 67,7% delle Caritas non è stato coinvolto, addirittura l’86,4% nel secondo.
Ai potenziali beneficiari del Sia le Caritas hanno fornito informazioni attraverso contatti diretti nel 77,8% dei casi. Per quanto riguarda la comunicazione istituzionale, il 78% delle Caritas dichiara che i Comuni hanno informato pubblicamente i cittadini, in modo abbastanza efficace nel 48,3% dei casi.