“Come riconosce l’enciclica Sollicitudo Rei socialis di papa Giovanni Paolo II, esistono ‘strutture di peccato’ che hanno obiettivi e mezzi immorali, che non vivono solo del traffico di persone, le nuove schiavitù, il lavoro forzato, la prostituzione e la vendita di organi, ma che influiscono anche in vari modi per cercare di corrompere le istituzioni riconosciute nella storia umana per il bene comune. Senza una società civile forte, che possa difendere la libertà personale e la solidarietà interpersonale, lo Stato e il mercato diventano forze complementari di dominazione e di saccheggio. Lo Stato tratta le persone come unità amministrative più che come cittadini, mentre il mercato considera le persone come prodotti di base, invece che esseri sociali che sono coinvolti in relazioni e in istituzioni”. Ad affermarlo è mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, a margine del convegno “Cambiare le relazioni tra Stato, mercato e società civile”, organizzato nei giorni scorsi (19-21 ottobre in Vaticano) dalla stessa Pontificia Accademia. In un colloquio raccolto per il Sir, mons. Sánchez Sorondo spiega che “un problema principale del sistema economico attuale è lo squilibrio nei due obiettivi (creazione di guadagno per investimenti e innovazione, ed eccedente del consumatore e il suo benessere) che non pone attenzione e subordina ad altri due obiettivi (dignità e qualità del lavoro e sostenibilità dell’ambiente) che stanno al centro della difesa della vita umana e della ricerca del bene comune in una società. Bisogna intervenire nella correzione di questi squilibri per frenare il potere di espansione delle multinazionali che – con manovre complesse – stanno mettendo in pericolo il funzionamento adeguato del mercato”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, residente a Bogotá, che ha partecipato al workshop in Vaticano insieme a una trentina di esperti di tutto il mondo, commenta: “Gli otto uomini più ricchi del mondo hanno la stessa ricchezza di 3 miliardi e 600 milioni di persone più povere e le disuguaglianze producono drammatici movimenti di persone. Bisogna dare risposte globali di fronte a questo dramma sempre vivo delle disuguaglianze seguendo il messaggio profetico di Papa Francesco e le indicazioni della Pontificia Accademia delle Scienze sociali”.