XIX Rapporto Cssc

Scuole paritarie: mons. Galantino, senza libertà educativa “sistema e Paese meno liberi”. Valorizzare formazione professionale

Tra le proposte avanzate dal recente documento del Consiglio nazionale della scuola cattolica, “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”, per un sistema di istruzione realmente “nazionale” e una “parità davvero equa”, mons. Nunzio Galantino richiama il costo standard per alunno, le convenzioni, le misure fiscali e per il diritto allo studio. Tuttavia, intervenendo alla presentazione del XIX Rapporto sulla scuola cattolica in Italia , “Il valore della parità”, il segretario generale Cei avverte: “All’incompiutezza del sistema contribuisce anche la condizione di emarginazione della formazione professionale, ulteriore possibilità di scelta educativa che viene di fatto negata in tutte quelle Regioni che hanno deciso di non attivare i relativi percorsi scaricandoli sull’istruzione professionale di Stato”. Eppure, sottolinea, “tutti i dati mostrano quanto la formazione professionale sia in grado di intercettare positivamente le attese di tanti giovani, consentendo loro di inserirsi nel mondo del lavoro molto più rapidamente di quanto riesca a fare la scuola”, e questo è ancora più importante per i cosiddetti ragazzi “difficili”. Oltre ad essere “una mancata occasione di libertà di scelta educativa, dunque, la condizione attuale della formazione professionale in Italia è anche una strategia sbagliata”. “Abbiamo a cuore non solo le scuole cattoliche ma tutte le scuole”, afferma ancora Galantino ricordando che l’intero sistema nazionale, inteso nella sua accezione completa, è composto da scuole statali e scuole paritarie e da scuole e centri di formazione professionale. Tuttavia il segretario Cei fa notare come “tante soluzioni adottate inizialmente a titolo sperimentale nelle nostre scuole” siano poi “transitate nel sistema statale” e tornate “utili a un maggior numero di ragazzi”. Addirittura, rammenta, “alcuni studiosi americani parlano di un ‘effetto scuola cattolica’ come fattore di efficacia del servizio educativo”. Per questo, conclude, “ritengo di dover difendere questa libertà dei genitori. Se non potesse essere esercitata, tutto il sistema (e il nostro Paese) sarebbe meno libero”.