Sistema d'asilo

Rifugiati: Asgi, “riforma Regolamento Dublino è profondo cambio di paradigma”. Rivedere alcuni “aspetti critici”

Con la riforma del Regolamento Dublino approvata dal Parlamento Ue “prende avvio un profondo cambio di paradigma nel sistema d’asilo europeo”. Lo afferma Gianfranco Schiavone, dell’Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), esprimendo oggi soddisfazione per l’approvazione alla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) del Parlamento europeo della riforma del Regolamento Dublino III, che fissa i criteri per definire il Paese competente ad esaminare la domanda di protezione internazionale presentata da un cittadino di Paese terzo. La proposta recepisce molte proposte avanzate da Asgi e da altri enti ed associazioni di tutela dei rifugiati. In particolare nella riforma “viene eliminato il legame tra il Paese nel quale il richiedente ha fatto ingresso irregolare ed esame della sua domanda di protezione, sostituendo questo anacronistico approccio con una nuova concezione”. La competenza all’esame della domanda di protezione verrebbe perciò definita “sulla base di quote che riguardano tutti i Paesi dell’Unione”. Inoltre “viene ampliata la nozione di famiglia estesa ai fratelli e sorelle del richiedente ai figli maggiorenni, purché a carico, consentendo così la riunificazione di famiglie disperse dalla guerra”; e assume “rilievo giuridico nella individuazione del Paese Ue competente ad esaminare la domanda l’esistenza di ‘fattori di collegamento’ tra il richiedente e il Paese nel quale chiede di recarsi, quali precedenti soggiorni, corsi di studio e formazione e sponsorizzazione del richiedente da parte di un ente accreditato”. Asgi rivela però alcuni aspetti critici, tra i quali: è “irragionevole che la sponsorizzazione possa essere realizzata solo da enti e non anche da privati (tra i quali parenti del richiedente)”; la procedura di assegnazione per quote-paese applicata ai minori non accompagnati “apre la strada alla possibilità di un trasferimento coattivo del minore, evento fonte di trauma per il minore stesso”; “si continua a prevedere la possibilità di applicare misure di detenzione del richiedente protezione ai fini dell’esecuzione del trasferimento nel Paese competente all’esame della domanda”. Asgi invita il Parlamento europeo a “rivedere questi aspetti” e fa appello al governo italiano e alle associazioni di tutela dei rifugiati “affinché sostengano con forza il processo di riforma avviato dal Parlamento europeo in vista del dialogo con il Consiglio europeo e con gli Stati che si oppongono ad una effettiva riforma del Regolamento Dublino III”.