Passione

Papa Francesco: a Santa Marta, essere un buon cristiano non significa soltanto andare a Messa la domenica. Recitare la “Via Crucis” in casa

“‘Io sono un buon cristiano, vado a Messa la domenica, faccio opere di misericordia, recito le preghiere, educo bene i miei figli’: questo sta molto bene. Ma la domanda che io faccio: ‘Tu fai tutto questo: ma sei entrato nel mistero di Gesù Cristo?’”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa celebrata oggi a Santa Marta, in cui ha esortato ad entrare nel mistero di Gesù guardando il Crocifisso, “icona del più grande mistero della creazione, di tutto”: “Cristo crocifisso, centro della Storia, centro della mia vita”. Di qui il consiglio di meditare sulla Passione del Signore attraverso la Via Crucis, che consiste nel camminare con Gesù nel momento in cui ci dà “l’abbraccio di perdono e di pace”. “È bello fare la Via Crucis. Farla a casa, pensando ai momenti della Passione del Signore”, ha esclamato Francesco: “Anche i grandi Santi consigliavano sempre di incominciare la vita spirituale con questo incontro con il mistero di Gesù Crocifisso. Santa Teresa consigliava le sue monache: per arrivare alla preghiera di contemplazione, l’alta preghiera che lei aveva, incominciare con la meditazione della Passione del Signore. La Croce con Cristo. Cristo nella Croce. Incominciare e pensare. E così, cercare di capire con il cuore che ‘amò me e diede se stesso per me’, ‘diede se stesso alla morte per me’”. L’esempio citato è quello di san Paolo, che guardando Gesù Cristo dice: “Mi amò e diede se stesso per me, per un peccatore come me”. Per il Papa lo hanno capito non solo i santi canonizzati ma anche tanti santi “nascosti nella vita quotidiana, gente umile che soltanto mette la sua speranza nel Signore: sono entrati nel mistero di Gesù Cristo crocifisso, che è una pazzia, dice Paolo”. Entrare nel mistero di Gesù Cristo, quindi è “di più” che andare a Messa: “È lasciarsi andare in quell’abisso di misericordia dove non ci sono parole: soltanto l’abbraccio dell’amore. L’amore che Lo portò alla morte per noi. Quando noi andiamo a confessarci perché abbiamo peccati – sì, devo togliermi i peccati, diciamo; o ‘che Dio mi perdoni i peccati’ – andiamo, diciamo i peccati al confessore e siamo tranquilli e contenti. Se facciamo così, non siamo entrati nel mistero di Gesù Cristo. Se io ci vado, vado a incontrare Gesù Cristo, a entrare nel mistero di Gesù Cristo, a entrare in quell’abbraccio di perdono del quale parla Paolo; di quella gratuità del perdono”. Alla domanda su chi è “Gesù per te” – ha fatto notare il Papa -” si potrebbe rispondere il Figlio di Dio, si potrebbe dire tutto il Credo, tutto il Catechismo, ed è vero ma si arriverebbe ad un punto in cui non saremmo riusciti a dire il centro del mistero di Gesù Cristo, quel ‘mi amò’ e ‘diede se stesso per me’. Capire il mistero di Gesù Cristo non è una cosa di studio”, perché “Gesù Cristo è capito soltanto per pura grazia”.