Rispetto alla cyber sicurezza, “gli ‘attori non statuali’ – si tratti di organizzazioni terroriste come l’Isis, di sindacati del crimine o di gruppi autonomi – hanno acquisito capacità operative simili a quelle degli Stati. Acquisiscono dati protetti, orientano i social media con obiettivi geopolitici, diffondono radicalizzazione e violenza. Una definizione di regole per la dimensione cyber resta molto arretrata rispetto alla proliferazione degli attacchi”. Lo ha affermato oggi pomeriggio l’ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata, già ministro degli Affari esteri, intervenendo all’Università Cattolica di Roma alla vigilia del G7 dei ministri degli Interni che, ad Ischia, parleranno anche di prevenzione e contrasto all’uso di Internet da parte dei terroristi. Nel suo intervento, dedicato a “La Cyber Security in Europa, nell’attuale scenario geopolitico”, Terzi ha evidenziato che “la geopolitica è diventata un terreno di fondamentale rilevanza per le iniziative poste in essere nel dominio cyber dagli attori statuali e non, in modo legittimo, o del tutto illegale, con finalità che si spingono alla destabilizzazione regionale o globale, al sovvertimento dello stato di diritto e della democrazia liberale, alla negazione del diritto attraverso un sistematico uso della forza e alla politica del fatto compiuto nelle relazioni internazionali”. L’ambasciatore ha fatto riferimento ad alcune notizie di questi ultimissimi giorni, come “il caso Equifax”, la “crisi coreana” e “l’utilizzo spregiudicato di strategie cyber a fini di concorrenza commerciale”. Sotto accusa “il ruolo dei social media nella destabilizzazione delle democrazie liberali, con le gravi ombre emerse dal Russiagate nelle elezioni americane, e le punte di altri, simili iceberg nel referendum in Catalogna, nelle elezioni francesi e tedesche” e “l’hackeraggio” che “viene ‘commissionato’ per colpire concorrenti e compromettere mercati”.