Settimana sociale: Notarstefano (Università Palermo), “la sharing economy esprime il bisogno di organizzare il lavoro in maniera più partecipata”

“La sharing economy esprime il grande bisogno di un modo di organizzare la vita economica, il valore e il senso del lavoro in maniera più partecipata. Servono nuovi modelli organizzativi sindacali. E una grossa sfida parte dalla capacità dei lavoratori di mettersi insieme: nella disponibilità e capacità di apertura delle imprese c’è lo spiraglio di introdurre delle nuove forme partecipative”. Lo ha affermato oggi pomeriggio Giuseppe Notarstefano, docente all’Università di Palermo e vicepresidente dell’Azione cattolica italiana, nel corso della seconda diretta streaming in preparazione alla 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani in programma a Cagliari da 26 al 29 ottobre. Rispondendo alle sollecitazioni di Fabio Bolzetta, giornalista di Tv2000, Notarstefano ha parlato delle buone pratiche individuate dai “Cercatori di lavOro” in tutta Italia e che verranno presentate a Cagliari. In questo modo “ci siamo messi alla scuola della vita, della realtà. Nella convinzione di attivare quello che Papa Francesco, nella Laudato si’, definisce lo sguardo nuovo”. Quello della ricerca delle “best practices” è stato “un percorso che ha richiesto molta umiltà e che ci ha sorpreso”, ha aggiunto il docente, spiegando che “ai fini del lavoro preparatorio abbiamo ritenuto utili 400 casi di storie imprenditoriali piccole e grandi, nell’ambito della manifattura, dell’agricoltura di qualità e dei servizi oltre ad imprese cooperative che si occupano di servizi alla persona”. “Una prima lettura e analisi delle buone pratiche – ha spiegato – ci ha aiutato a capire quali possono essere le proposte per continuare a fare bene, a fare meglio”. “A Cagliari – ha proseguito – sulla base di questa prima lettura, i delegati lavoreranno per formulare e precisare una serie di interventi molto concreti che saranno rilanciati nel documento finale”. Notarstefano a poi insistito, anche rispetto all’esperienza associativa di cui è protagonista, sull’importanza di “ricostruire il tessuto sociale”. E rispetto al ritorno all’agricoltura di numerosi giovani, ha osservato che si tratta del “recupero di un mestiere antico ma fatto in maniera moderna”. Il docente ha concluso invitando la comunità credente a “riprendere in mano le responsabilità che ci competono”, a “mettersi all’opera e a farlo insieme”.

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