
“Si è arrivati a questa decisione dopo un approfondimento, una riflessione ponderata e condivisa”. Con queste parole al Sir monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, commenta l’avvicendamento tra don Pino Strangio e don Antonio Saraco alla guida del Santuario di Polsi. Don Strangio, a cui era stato notificato dalla Dda di Reggio Calabria un avviso di conclusioni delle indagini e che risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e violazione della legge Anselmi, aveva chiesto al vescovo di essere dispensato dall’incarico di rettore del Santuario nel cuore dell’Aspromonte. “Don Pino ha lasciato dopo aver riflettuto bene, tenendo conto di tutta la sua vicenda personale e avendo bisogno di concentrarsi su di essa” spiega mons. Oliva: “Inoltre, da 19 anni era al Santuario e quindi i tempi un ricambio erano anche maturi. Così, abbiamo scelto un’altra figura spirituale che potesse essere in grado di accogliere l’eredità del Santuario”. Lo scorso sabato il vescovo ha incontrato don Saraco e don Strangio, ai quali ha consegnato una lettera: “Lasci l’incarico dopo aver speso per esso tante energie e tempo. Hai custodito il Santuario, proteggendolo dai tanti pericoli che ‘l’aspro monte’ nasconde in sé, valorizzandone l’indole accogliente”.
Al Santuario di Polsi, conclude il vescovo, “si impone quotidianamente un’attenzione e una vigilanza, fra tante difficoltà della sua storia pregressa alle quali, in questo periodo, si aggiunge la non accessibilità, perché nei periodi invernali ci sono molte frane e ogni anno ricostruiamo il percorso”. Rivolgendosi a don Saraco, nella lettera mons. Oliva evidenzia come il Santuario di Polsi sia “grembo di una Madre che nel corso dei secoli ha accolto e rigenerato tanti suoi figli, ma che ha anche sofferto per le profanazioni subite a causa di fatti e misfatti, di complicità e sangue versato da gente senza scrupoli, in nome spesso di una religiosità deviata e non vera”.