Suicidi tra i giovani: al Bambino Gesù day hospital e call center h24 per prevenire il rischio

In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione dei suicidi del 10 settembre, gli esperti del Bambino Gesù ribadiscono il proprio impegno su questo fronte e invitano i genitori a monitorare i segnali di disagio dei figli, primi fra tutti i cambiamenti repentini dell’umore, del comportamento, della socialità. Ne dà notizia un comunicato stampa dell’ospedale pediatrico, dove si spiega che il suicidio è la seconda causa di morte tra i ragazzi sotto i 20 anni. Per prevenire il rischio, all’ospedale pediatrico della Santa Sede è attivo un servizio di day hospital dedicato e un call center (06 6859 2265) neuropsichiatrico 24 ore su 24. Dopo aver preso tutte le informazioni, lo psicologo che raccoglie la telefonata, a seconda della gravità del caso, valuta la soluzione più adatta e nei casi più urgenti può disporre l’invio al pronto soccorso del bambino o del ragazzo in preda a una crisi o in condizioni di particolare sofferenza psichica. Nel reparto di Neuropsichiatria infantile ogni anno vengono seguiti circa 50 ragazzi che hanno tentato di porre fine alla propria vita. “Drastici e improvvisi mutamenti nel modo di comportarsi degli adolescenti non vanno sottovalutati – spiega Stefano Vicari, responsabile di Neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù – Bambini sempre molto allegri e sereni che improvvisamente diventano chiusi, cupi, che non vogliono più uscire di casa e relazionarsi con gli altri; giovani che mettono in atto comportamenti autolesivi come tagliarsi o ferirsi, che perdono interesse per attività prima ritenute entusiasmanti; studenti brillanti che hanno un drastico calo del rendimento scolastico; estrema irritabilità, reazioni esagerate a una delusione o a un insuccesso, sono tutti segnali di disagio che i genitori devono cogliere. In situazioni del genere il consiglio è di rivolgersi a strutture sanitarie adeguatamente attrezzate per la gestione di questi casi”. “E’ fondamentale – conclude Vicari – curare adeguatamente chi ha già tentato il suicidio perché resta a rischio di ripetere il gesto nel futuro. Fortunatamente possiamo raccontare storie molto positive di ragazzi seguiti nel nostro Ospedale che oggi stanno bene, che svolgono una vita normale e si rendono conto dell’assurdità del tentativo compiuto”.

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